Embrioni con tre genitori: vogliono produrli
ma non sanno come.
"Inglesi inseguono chimere"
Josephine Quintavalle spiega: «A ottobre devono uscire le linee guida di una procedura dagli effetti pericolosi, ma adesso si rischiano ulteriori azzardi
Dopo che il parlamento inglese ha votato a favore dell’introduzione di una tecnica che mischia il dna di tre persone creando di fatto embrioni con tre genitori, ora i tecnici devono stabilire le modalità con cui potrà essere eseguita. Il paradosso è che nessuno sa come. Non è uno scherzo perché «l’operazione di modifica del genoma umano, oltre a creare embrioni con il corredo genetico di tre persone diverse, è difficilissima da attuare, come hanno ammesso ieri gli esperti competenti». Ad assistere alla riunione della Human fertilisation embryology authority (Hfea), l’autorità designata dal governo per la concessione delle licenze operative ai centri di fecondazione assistita e alle attività di ricerca sugli embrioni e per il controllo delle stesse, è stata Josephine Quintavalle. La più nota esponente laica del movimento pro life britannico ci racconta «l’ennesimo paradosso inglese» dopo aver già spiegato a tempi.it la gravità di un processo in cui si prende «un ovocita per cambiargli parte del corredo genetico inserendone un altro proveniente da una donatrice per poi di fecondare questo ibrido con lo spermatozoo di un terzo. Oppure di prendere un embrione con un corredo genetico che si suppone malato per togliergli il nucleo sano e impiantarlo in un altro embrione».
MI TRATTAVANO COME UN VEGETALE, MA IO SENTIVO E CAPIVO TUTTO
Mia figlia era l'unica che si sedeva accanto al letto e parlava alla sua mamma
Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo esser rimasto in coma per tre settimane. È il caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise (ivi compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) può dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo è riuscito a dettare un libro che uscì in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.
Autore: Benedetta Frigerio
Immaginate di essere stesi in un letto, alimentati e aiutati a respirare dalle macchine, mentre intorno vi trattano come se non foste più delle persone. Come vi sentireste? È esattamente l'esperienza vissuta in prima persona da Kate Allatt, che quattro anni dopo ha deciso di raccontarla in un libro in uscita, intitolato I Am Still The Same, e in una intervista all'emittente televisiva australiana Sbs. La vita di questa donna inglese, 39enne all'epoca dei fatti, mamma di tre figli, lavoratrice esperta nel settore del marketing digitale, abituata a correre 100 chilometri alla settimana, cambiò radicalmente il 7 febbraio del 2010. Per tre settimane la donna aveva avvertito forti mal di testa, ma il medico l'aveva congedata con una diagnosi di sospetta emicrania e la prescrizione di un antidolorifico. Ma solo cinque ore più tardi Kate fu colpita da un ictus causato da un coagulo di sangue formatosi nel tronco cerebrale.